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Archive for the ‘diritti’ Category

DIRITTI UMANI: Il mondo siede sopra una bomba a orologeria

Posted by milionidieuro su 28 Maggio 2009

Il mondo siede sopra una bomba a orologeria, la crisi dei diritti umani, che puo’ esplodere in ogni momento, denuncia Amnesty International. L’avvertimento e’ contenuto nel rapporto 2009 sulla situazione dei diritti umani nel mondo nel quale si evidenzia la necessita’ di una nuova leadership internazionale che s’impegni a contrastare un cammino che sembra inarrestabile, aggravato dalla crisi economica in atto. Il dossier documenta il livello del rispetto dei diritti umani in 157 Paesi del mondo.

Il mondo e’ seduto sopra una bomba a orologeria sociale, politica ed economica, innescata da una crisi dei diritti umani: e’ quanto afferma oggi Amnesty International, presentando a Londra, Roma e in altre capitali il proprio Rapporto annuale 2009, il volume (pubblicato in Italia da EGA Editore) che analizza la situazione dei diritti umani in 157 paesi e territori nell’anno precedente. Le cifre parlano chiaro: limitazioni alla liberta’ di espressione sono state imposte in almeno 81 paesi. Almeno 2390 prigionieri sono stati messi a morte in 25 paesi. Il 78% delle esecuzioni ha avuto luogo nei paesi del G20. Esecuzioni extragiudiziali od omicidi illegali sono stati commessi in oltre 50 paesi. Il 47% di questi crimini e’ stato riscontrato nei paesi del G20. Torture e altre forme di maltrattamento sono state compiute, nel corso degli interrogatori, in circa 80 paesi. Il 79% delle torture e dei maltrattamenti si e’ registrato nei paesi del G20. Processi iniqui sono stati celebrati in circa 50 paesi. Il 47% di essi si e’ svolto nei paesi del G20. Prigionieri sono stati sottoposti a periodi di detenzione prolungata, spesso senza accusa ne’ processo, in circa 90 paesi. Il 74% di queste detenzioni ha avuto luogo nei paesi del G20. E ancora: Persone che chiedevano asilo politico sono state respinte da almeno 27 paesi verso stati in cui sono andate incontro ad arresti, torture e morte. Prigionieri di coscienza sono finiti in carcere in almeno 50 paesi. Sgomberi forzati sono stati eseguiti in almeno 24 paesi. ”Dietro alla crisi economica si cela un’esplosiva crisi dei diritti umani” – ha dichiarato Christine Weise, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International nel corso della conferenza stampa di Roma – la recessione ha aggravato le violazioni dei diritti umani, distolto l’attenzione da esse e creato nuovi problemi. Prima, i diritti umani erano messi in secondo piano in nome della sicurezza, ora in nome della crisi economica”.

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Pechino si prepara a non ricordare Tiananmen

Posted by milionidieuro su 25 aprile 2009

L’anniversario di Tiananmen (del 4 giugno 1989)è sempre più vicino, e Pechino fa di tutto per non lasciarsi cogliere impreparata da chi potrebbe voler fare luce su una delle pagine più oscure del passato del regime. Da mesi sono in tanti a vociferare che il prossimo quattro giugno qualcosa succederà, e per evitare che questi presentimenti vengano confermati il Partito può muoversi solo in due direzioni: aumentare i controlli nel Paese e stroncare sul nascere il passaparola inasprendo i controlli sui mass media.

È in quest’ottica che va inquadrato l’annuncio del ripristino delle misure antiterrorismo in vigore nel periodo olimpico nell’aeroporto della capitale. I tre terminal di Pechino hanno già ricominciato ad essere guardati a vista da agenti speciali dotati di mitra e cani poliziotto. A sentire il responsabile per la sicurezza aeroportuale, alla luce dei problemi di sicurezza che potrebbero verificarsi nel Paese nei prossimi due mesi, questi agenti sono gli unici in grado di tutelate l’incolumità di chi transita da Pechino. Ancora, speciali apparecchiature a raggi X verranno regolarmente utilizzate per verificare che le automobili parcheggiate nei pressi dello scalo e i bagagli dei passeggeri non contengano esplosivi e sostanze stupefacenti.

Come previsto anche la stampa è stata presa di mira. Le misure di controllo e le sanzioni approvate negli ultmi mesi non sarebbero infatti riuscite, a sentire il massimo organo cinese di censura sui media, la General Administration of Press and Publication, a eliminare la piaga della diffusione di “notizie false”. Per risolvere definitivamente il problema, l’ufficio governativo incaricato di monitorare la veridicità degli articoli che circolano sulla stampa in Cina ha annunciato che da oggi chi pubblicherà notizie false sarà ritenuto il principale responsabile del reato e costretto a presentare scuse pubbliche, mentre i giornalisti scorretti rischieranno di essere radiati dalla professione. In realtà, quello che si chiede ai cronisti cinesi è di raccontare solo le notizie divulgate dalle agenzie di stampa nazionali, indipendentemente dal fatto che si voglia descrivere un episodio di politica estera, interna o scrivere un commento economico. D’altronde, non va dimenticato che per il Partito i media non devono informare, ma collaborare con le autorità al consolidamento della “società armoniosa”.

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SI PREDICA BENE …

Posted by milionidieuro su 21 aprile 2009

E’ stato il ”disprezzo per il bene comune e per le regole” che si sta delinaendo in questi giorni dopo le dichiarazioni della popolazione ma anche dalle inchieste avviate dalla magistratura circa le responsabilita’ in relazione ai danni provocati dal terremoto in Abruzzo, che ha aggravato le conseguenze del sisma. La dura denuncia giunge dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che oggi ha ricevuto nella tenuta di Castel Porziano una delegazione dei vertici dei frati francescani in occasione degli 800 anni della loro Regola.

Il Capo dello Stato ha colto lo spunto proprio dal messaggio di San Francesco, che ”e’ di esempio anche oggi, di fronte ad un indubbio ed allarmante decadimento dei valori spirituali, umani e morali” e non ha esitato quindi a parlare di ”comportamenti dettati dall’avidita’, dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo per l’interesse generale e dall’ignoranza dei valori elementari di giustizia e solidarieta”’.

”Persino quando oggi pensiamo all’Abruzzo, e soffriamo per le vittime dei danni provocati dal terremoto – ha aggiunto – un evento certamente naturale imprevedibile, non possiamo non ritenere che anche qui abbia contato in modo pesante, abbiamo contribuito alla gravita’ del danno e del dolore umano da esso provocato, anche questi comportamenti: sprezzo delle regole, disprezzo dell’interesse generale e dell’interesse dei cittadini”.

Edifici costruiti con la sabbia del mare a L’Aquila Pubblicato venerdì 10 aprile 2009 in Spagna
[El Mundo]

– La procura generale dell’Aquila aprirà un’inchiesta
– Costruttori senza scrupoli mescolano cemento con sabbia del mare per risparmiare
– Le fondamenta potrebbero essersi danneggiate a causa della corrosione del sale

Mentre l’Italia seppellisce le vittime del terremoto che lunedì ha colpito il centro del paese, i tecnici cercano di accertare se alcuni edifici siano stati costruiti senza seguire le normative antisismiche e con materiali di scarsa qualità, il che spiegherebbe come alcuni di essi siano crollati come castelli di sabbia .
Infatti, secondo quanto pubblicato dal quotidiano italiano “La Repubblica”, il procuratore generale dell’Aquila aprirà un’inchiesta sui materiali ed i metodi utilizzati per la costruzione degli edifici. Il giornale riporta come esempio due edifici praticamente identici situati uno accanto all’altro in Via Campo di Fassa, a L’Aquila. Uno di loro è ancora in piedi e l’altro è completamente crollato. Tutti gli occupanti del primo si sono salvati, mentre nel secondo 29 persone hanno perso la vita.
Il terreno su cui è stato costruito questo edificio di sei piani e di 24 appartamenti, è in forte pendenza. Da fuori sembrava un edificio solido ma i materiali trovati tra le macerie indicano che all’interno non lo era affatto.
Era costruito con cemento armato? L’architetto Antonio Perrotti ha spiegato a “La Repubblica” che cosa potrebbe essere accaduto: “O hanno sbagliato i calcoli per la progettazione dell’edificio o hanno costruito in una zona non sicura. Non ci può essere altra spiegazione: l’altro edificio è rimasto piedi”. Tuttavia si dovrà attendere che si analizzino i materiali trovati tra le macerie per determinare il motivo per cui il sisma ha raso al suolo alcuni edifici e lasciato altri intatti.

Sabbia di mare nel cemento

Secondo “La Repubblica” molti edifici di nuova costruzione (cioè, degli ultimi 30 anni), in Abruzzo (e in gran parte del paese, in particolare nel centro e nel sud), sono stati costruiti con il cemento mescolato con sabbia di mare. I tecnici ritengono che le fondazioni potrebbero essere state danneggiate a causa della corrosione del sale e mettono in guardia sul fatto che gran parte degli edifici del sud sono costruiti così.
Paolo Buzzetti, presidente della Associazione Nazionale dei Costruttori (Ance), ne è convinto: “Il problema non è che non si sono rispettate le norme asnitsismiche, il problema è la scarsa qualità del cemento”.
Un altro tecnico ha spiegato che costruttori senza scrupoli utilizzano sabbia di mare, che non costa nulla in confronto ad altri materiali. E il problema della sabbia di mare è che, a parte le sue impurità, è piena di cloruro di sodio, che nel corso del tempo si mangia il ferro.

Edifici più sicuri
Giovedì, durante la sua visita alle località colpite dal terremoto, il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, ha avvertito che nessuno è esente da colpe in questa tragedia. Napolitano è rimasto sorpreso dallo spettacolo offerto dalla capitale abruzzese: “Pensavo che il terremoto avesse colpito solo le vecchie case, l’avevo visto dall’elicottero, mi dicevo che erano case vecchie, ma qui vedo che no c’è una casa integra”, ha detto commosso.
“Non si tratta di individuare responsabilità, ma di capire perché le leggi non sono state osservate, per mancanza di controlli o per irresponsabilità diffuse”. “Nessuno deve chiudere gli occhi, né chi vende né chi compra una casa … Si dovrà decidere che cosa possiamo fare perché questo non si ripeta. Per evitare disgrazie come questa dobbiamo fare in modo che gli edifici siano più sicuri, compresi i più antichi”.

[Articolo originale]

Negligenza mortale a L’Aquila
Pubblicato giovedì 9 aprile 2009 in Francia
[Libération]

Dopo lo choc, il lutto e l’emozione, il terremoto de L’Aquila inizia a lasciar spazio alle domande. Le ricerche degli ultimi scomparsi erano ancora in corso ieri, due giorni dopo il violento sisma che ha spazzato via il capoluogo dell’Abruzzo lunedì alle 3.32, causando almeno 272 morti.
INCREDULITA’. Ma tutti si interrogano ormai sulla solidità degli edifici e sui responsabili di un tale disastro. Perché L’Aquila, già duramente colpita da un terremoto trecento anni fa, era situata in una zona altamente sismica. “Un ospedale costruito nove anni fa si é sgretolato. La prefettura è crollata. La casa dello studente è distrutta. Si può capire che le vecchie case in pietra secolare siano cadute, ma non l’ossatura stessa della comunità e i suoi edifici pubblici costruiti recentemente” ha rimarcato Antonio Polito, direttore del quotidiano progressista “Il Riformista”. Il crollo della prefettura che avrebbe dovuto servire a coordinare i soccorsi in caso di catastrofe ha provocato una forte incredulità.
A L’Aquila, il crollo del Palazzo del Governo (in italiano nel testo, N.d.T.), con la sua architrave spezzata, è il simbolo della tragedia. Così come l’ospedale San Salvatore, molto danneggiato ed evacuato. La prima pietra era stata posata nel 1969. Ma è stato inaugurato solo trent’anni dopo. Nel frattempo, sono state sbloccate ingenti sovvenzioni (nel 1996, la procura dell’Aquila aveva aperto un’inchiesta a proposito di eventuali appropriazioni indebite di fondi) che non hanno impedito la moltiplicazione di errori di costruzione.
Evidentemente, le norme antisismiche non sono state rispettate. Le prime regole sono state approvate a livello nazionale nel 1974. In seguito all’emozione causata dal terremoto di San Giuliano di Puglia, che aveva causato la morte di 27 bambini sepolti sotto le macerie di una scuola, il Governo aveva adottato nel 2005 un decreto che prevedeva regole ancora più rigorose.
Ma di rinvio in proroga, il testo non è mai entrato realmente in vigore. Soltanto gli edifici costruiti dopo il marzo 2008 devono rispettare le nuove normative. La maggior parte dei vecchi edifici non è mai stata rinforzata. La Casa dello Studente, dove hanno trovato la morte numerosi giovani, è stata costruita negli anni ‘70. È stata rinnovata nel 1998 e poi nel 2007. Ma a quanto pare non sarebbe mai stata messa a norma antisismica. “Sono stati uccisi dalla speculazione” titolava ieri l’Unità, il quotidiano vicino al Partito Democratico. Anche il quotidiano della Confindustria, il “Sole 24 Ore” denuncia la “speculazione”.
CONDONI. Denunciando la mancanza di controlli, il geologo Mario Tozzi ha insistito: “Non è il terremoto ad uccidere, ma le case costruite male”. Quanto all’opposizione di sinistra, denuncia la politica dei condoni in materia di costruzioni abusive promossa da Silvio Berlusconi, il quale, per rilanciare l’economia, ha recentemente proposto di autorizzare i proprietari italiani ad aumentare del 20% il volume delle loro case.
[Articolo originale di Éric Jozsef]

Il lassismo nell’applicazione della legge si manifesta nel crollo di alcuni edifici in Italia
Pubblicato martedì 7 aprile 2009 in USA
[New York Times]

A partire da mercoledì, secondo quanto promesso durante una conferenza a L’Aquila, “ogni stanza e ogni crepa” in “decine di migliaia di case” nella regione devastata dal terremoto sarà ispezionata da tecnici specializzati.
Gli esperti cercheranno di determinare la solidità strutturale degli edifici e cercheranno di rispondere ad una domanda precisa: perché alcuni edifici hanno resistito al terremoto di magnitudo 6.3 mentre altri non ce l’hanno fatta?
Martedì alcuni esperti e funzionari hanno suggerito che il lassismo nell’applicazione delle norme di costruzione potrebbe aver avuto un ruolo importante. Mentre molti edifici storici non hanno resistito, non hanno retto neppure alcuni edifici moderni, come l’Ospedale San Salvatore a L’Aquila, che ha dovuto essere evacuato, e uno studentato dell’Università de L’Aquila, dove sono morti diversi studenti.
Il quotidiano di Milano “Corriere della Sera” ha titolato “La farsa degli edifici anti-sismici”.
“Abbiamo le leggi, ma come spesso accade in Italia, non sono adeguatamente rispettate” afferma Ermete Realacci, esperto ambientale e deputato del Partito Democratico, il più grande partito all’opposizione, che sostiene agevolazioni fiscali per i proprietari di immobili che ristrutturano gli edifici secondo le leggi anti-sismiche.
D’altra parte, secondo le accuse di Realacci, che cita le leggi proposte per favorire l’edilizia allentando i limiti sulle cubature delle case, la coalizione conservatrice di Berlusconi continua a fare pressioni per mitigare le norme di costruzione. La misura, che viene discussa in questo momento, ha drasticamente “semplificato le leggi anti-sismiche” ha affermato Realacci.
I terremoti sono comuni in Italia, specialmente nelle regioni centrali e del sud. Le statistiche del governo dimostrano che almeno il 64% di tutte le città italiane affronta un rischio da medio ad alto di subire seri danni in seguito ad un terremoto.
Molti degli edifici danneggiati o distrutti dal terremoto in Abruzzo sono stati costruiti molto prima che negli anni ‘80 l’Italia cominciasse a imporre leggi sismiche più severe sulla costruzione degli edifici. Edifici storici e monumenti, fra cui la Prefettura de L’Aquila, un ex monastero restaurato nel XIX secolo, si sono ridotti in cumuli di pietre tanto rapidamente quanto i loro omologhi in cemento armato.
Dopo ogni importante evento sismico si fa una nuova legge, afferma Donatella Guzzoni, ingegnere ed esperta nella conservazione di edifici storici, ma una legge esaustiva approvata dal Parlamento lo scorso anno non entrerà in vigore fino al 2010. Ed anche allora non avrà effetto sugli edifici preesistenti.
“Il nostro patrimonio storico è vasto e molto vulnerabile” ha affermato. “Avremmo anche commesso i nostri errori, ma é pur vero che abbiamo un’immensa eredità culturale da conservare”. Gli edifici che potrebbero essere considerati pericolosi da un punto di vista sismico non possono essere sempre demoliti e ricostruiti. “E’ una questione culturale” ha proseguito. “Non distruggiamo ciò che é in rovina”.
[Articolo originale di ELISABETTA POVOLEDO]

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