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Archive for the ‘famiglie italiane’ Category

processo civile: Cause civili, riforma in due tempi

Posted by milionidieuro su 28 Maggio 2009


Un doppio binario per il processo civile. Con effetti paradossali nelle aule dei tribunali: nelle stesse ore, nel medesimo tribunale, per due cause sulla stessa materia, si potrà assistere per mesi, se non per anni, all’applicazione di norme diverse e a volte opposte. La fase transitoria dell’applicazione del nuovo processo civile si presenta complessa per magistrati e avvocati, costretti a fare i conti con un pacchetto di novità che cambierà da subito le regole, ma senza cancellare la vecchia disciplina.
La regola base fissata dal disegno di legge approvato definitivamente martedì è l’applicazione delle novità alle controversie introdotte solo dopo l’entrata in vigore della legge. La pubblicazione in «Gazzetta» sarà quindi cruciale. Ad esempio: a partire dal quindicesimo giorno dalla pubblicazione, le cause in materia societaria saranno disciplinate dal rito ordinario, mentre quelle in corso continueranno a essere regolate dal vecchio rito. Una differenza pesante se si tiene conto delle differenze tra le due forme processuali (gli avvocati già puntano a evitare il detestato rito speciale evitando di introdurre una nuova controversia prima del tempo).
Prospettiva analoga per le molte cause sul risarcimento danni per lesioni provocate da incidenti stradali. Oggi si applica ancora il rito del lavoro, mentre il disegno di legge ne prevede la soppressione, conservando però l’applicazione della procedura lavoristica alle liti in corso.
Dovrà aspettare un po’ di tempo per essere sperimentata anche la novità del filtro in Cassazione, che si applicherà solo quando il provvedimento impugnato è stato depositato dopo l’entrata in vigore della legge, o la testimonianza in forma scritta. Spostato in là anche il debutto del processo sommario di cognizione o le sanzioni processuali alle parti che perdono tempo nel giudizio.
Un numero limitato di misure, invece, sarà operativo da subito. A partire dal contenuto delle sentenze, che potrà essere espresso con una succinta esposizione delle ragioni di diritto alla base della decisione, con riferimento ai precedenti giurisprudenziali conformi. Lo stesso vale per il divieto di produrre nuovi documenti in appello o la possibilità di impugnare le sentenze di opposizione alle esecuzioni.
Si dovranno poi attendere i decreti delegati per conoscere le misure che spostano nel tempo i benefici dello sfoltimento dei riti (salvando alcune forme speciali come quella del lavoro, della famiglia o sulla proprietà industriale e i fallimenti) o rilanciano la conciliazione.
Il faticoso slalom tra le regole metterà ulteriormente sotto pressione magistrati e avvocati, costretti a fare i conti con la forza – a volte dirompente – del nuovo, senza poter perdere di vista il passato. Un doppio binario processuale che, almeno nell’immediato, rischia di non fare sentire gli effetti positivi della riforma.

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STIPENDI: Gli stipendi italiani sono tra i più bassi dei Paesi industrializzati

Posted by milionidieuro su 17 Maggio 2009


Busta paga magra a fine mese: gli italiani incassano ogni anno uno stipendio tra i più bassi dei Paesi Ocse. Con un salario netto di 21.374 dollari, l’Italia si colloca al ventitreesimo posto della classifica dei trenta paesi dell’organizzazione di Parigi. Più pesanti le retribuzioni non solo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Francia, ma anche Grecia e Spagna. È quanto risulta dal rapporto Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008 e appena pubblicato. La classifica riguarda il salario netto annuale di un lavoratore senza carichi di famiglia. È calcolato in dollari a parità di potere d’acquisto. Gli italiani guadagnano mediamente il 17 per cento in meno della media Ocse. Salari italiani penalizzati anche se il raffronto viene fatto con la Ue a 15 (27.793 di media) e con la Ue a 19 (24.552).

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EURO: tariffe rincari fino al 44% in sette anni

Posted by milionidieuro su 10 Maggio 2009


L’introduzione dell’euro ha fatto lievitare le tariffe. Gli aumenti più consistenti si sono avuti per il gas (+44,6%) e l’acqua (+ 35,5%), ma è forte l’impennata anche sui rifiuti (+34,8%) e sull’energia elettrica (+33,5%). Lo dice la Cgia di Mestre, secondo la quale a farne le spese sono stati soprattutto i lavoratori autonomi poiché, sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, «artigiani, commercianti e liberi professionisti pagano le tariffe due volte, una come cittadini, in relazione alla propria abitazione, e l’altra come titolari di negozi, botteghe e uffici».

Il parametro di riferimento sono le tariffe pubbliche che negli ultimi 7 anni hanno registrato aumenti pesanti. Si scopre così che in testa alla classifica ci sono le tariffe del gas che dal 2002 al marzo 2009 sono aumentate del 44,6%, al secondo posto l’acqua potabile che è cresciuta del 35,5%, seguita dai rifiuti urbani (+34,8%), elettricità (+33,5%), trasporto pubblico locale (+23,2%), autostrade (+21,9%), biglietti ferroviari (+17,7%) e poste (+12,7%). Incrementi superiori a quelli registrati dall’indice generale dell’inflazione che, nel periodo considerato, è stato pari al 15,4%. Solo le tariffe telefoniche (-9%) hanno segnato un decremento. «Se per gas ed energia – dice Bortolussi – gli incrementi sono legati all’aumento dei prezzi petroliferi, è invece difficile giustificare le impennate registrate dai rifiuti e dell’acqua. Gli enti locali dovrebbero dare spiegazioni».

Proprio in riferimento alle tariffe del gas e dell’elettricità, Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, spiega come, in realtà, l’euro abbia protetto l’Italia da rincari potenzialmente più pesanti: «Se non ci fosse stata la moneta unica europea, nel nostro Paese le tariffe del gas e dell’energia sarebbero aumentate ben oltre quanto è accaduto», dice l’esperto. Nell’ultimo anno, rileva infine l’indagine della Cgia, si è registrata una leggera inversione di tendenza, ma l’analisi del periodo 2002-2008 resta gravosa per tutte le famiglie italiane.

«Ipotizzando che i consumi registrati l’anno scorso siano gli stessi del 2002 – conclude Bortolussi – le bollette del gas sono costate 208 euro in più a famiglia, facendo toccare la soglia di spesa media annua registrata nel 2008 pari a 789 euro. L’energia elettrica è costata 145 euro in più portando la spesa media annua del 2008 a 573 euro. Gli aumenti di acqua potabile e rifiuti sono stati rispettivamente di 55 e 57 euro a famiglia».

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