Milionidieuro’s Blog

Just another WordPress.com weblog

Archive for the ‘Freedom now’ Category

Suu Kyi: Processo a Suu Kyi, «vogliono ucciderla»

Posted by milionidieuro su 23 Maggio 2009


È durata poco la trasparenza nel processo ad Aung San Suu Kyi. Il tribunale speciale birmano ha ripreso il processo alla leader del movimento democratico dietro le mura della prigione di massima sicurezza di Insein: porte sbarrate ai diplomatici e ai giornalisti ai quali mercoledì era stata inesattamente concesso di partecipare alla terza udienza.

Nonostante il segretario di Stato Usa Hillary Clinton abbia definito «vergognoso» il processo al Premio Nobel per la Pace, la quarta udienza è ripresa poco prima di mezzogiorno ora locale, a porte chiuse e nel mezzo dell’imponente dispiegamento di forze di sicurezza messo in campo da lunedì, quando è iniziato il procedimento. All’esterno del carcere sono rimasti una trentina di membri della Lega Nazionale per la Democrazia, la formazione politica guidata da Suu Kyi.

Mercoledì il processo era stato aperto a una trentina di diplomatici europei, asiatici, degli Stati Uniti, a un rappresentante Onu, e ad alcuni giornalisti legati ai mezzi di comunicazione del regime. Al termine dell’udienza la pasionaria birmana ha ringraziato i diplomatici e si è augurata di poterli reincontrare di nuovo «in giorni migliori».

Ma l’avvocato internazionale Jared Genser, presidente dell’associazione Freedom now e legale del premio Nobel ha dichiarato a Repubblica: «Se, come temo e come cercheremo in ogni modo di evitare io e miei colleghi birmani, sarà condannata, si tratterà di una pena da scontare in carcere. Le prigioni birmane sono luoghi noti per la mancanza di acqua, aria, medicine: la salute di Aung San Suu Kyi è minata, dubito che potrebbe resistere a lungo. Condannarla alla detenzione è come condannarla a morte».

«La conclusione – prosegue Genser – è già scritta: i giudici non sono indipendenti, le accuse sono ridicole e la tempistica è precisa. Tutto fa pensare che la Giunta voglia sbarazzarsi di lei prima delle elezioni del 2010. Aung questo lo sa. Resta forte e determinata, anche se le notizie che mi arrivano sul suo stato di salute non sono ottime. È consapevole di essere la leader legittimamente eletta del paese e del fatto che la sua è una lotta generazionale: ha raccolto la fiaccola del padre e sa che se le sue idee non dovessero vincere ora andrebbero avanti nel futuro».

«Le espressioni di sostegno della comunità internazionale da sole non cambiano nulla. Sarebbe tempo – conclude l’avvocato – di passare ai fatti: il segretario dell’Onu Ban Ki Moon dovrebbe convincere la Giunta a cambiare atteggiamento e convocare una riunione di emegenza del Consiglio di sicurezza qualora Aung San Suu Kyi fosse condannata».

Le autorità birmane, una giunta militare che governa il paese da oltre 40 anni, hanno accusato la scorsa settimana Suu Kyi di aver infranto gli obblighi della sua detenzione coatta permettendo all’inizio di maggio l’ingresso nella sua abitazione di Rangoon allo statunitense John William Yettar, che aveva raggiunto a nuoto la villa su lago. Se fosse dichiarata colpevole, Suu Kyi potrebbe essere condannata a una pena fino a 5 anni, che gli impedirebbe di partecipare alle elezioni parlamentari che la giunta – sostenuta dal governo di Pechino, primo partner commerciale – organizza per il 2010 in modo da migliorare la propria immagine agli occhi del mondo libero.

Sarkozy preoccupato: «Situazione inaccettabile»
Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha espresso la sua «preoccupazione» per la sorte della dissidente birmana Aung San Suu Kyi e si è detto «in pieno accordo» con sua mogile, Carla Bruni, che ha chiesto al governo della Birmania la sua liberazione: lo ha dichiarato il portavoce del governo francese, Luc Chatel. «Tutti i sostegni al premio Nobel per la pace sono chiaramente importanti – ha detto Chatel – e quello di Madame Sarkozy è un sostegno molto importante».

«Naturalmente – ha aggiunto – il presidente della Repubblica è in pieno accordo con sua moglie su questo tema. Ha, fra l’altro, avuto occasione di parlare in Consiglio dei ministri delle preoccupazioni che ha sulla situazione in Birmania». Per Chatel, «la situazione di Aung San Suu Kyi è molto preoccupante e inaccettabile, sia per motivi umani sia politici». Umani «perché il suo stato di salute è peggiorato – ha spiegato – politici perchè non si può immaginare che delle elezioni, che sono previste l’anno prossimo in Birmania, possano svolgersi mentre si arresta la principale rappresentante dell’opposizione politica». In una lettera aperta alle autorità birmane resa pubblica lunedì dall’Eliseo, Carla Bruni-Sarkozy aveva giudicato «intollerabile la sorte riservata a questa donna».

Posted in Aung San Suu Kyi, BIRMANIA, Democrazia, Freedom now, NOBEL, PACE | Leave a Comment »