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Archive for the ‘Giustizia’ Category

processo civile: Cause civili, riforma in due tempi

Posted by milionidieuro su 28 Maggio 2009


Un doppio binario per il processo civile. Con effetti paradossali nelle aule dei tribunali: nelle stesse ore, nel medesimo tribunale, per due cause sulla stessa materia, si potrà assistere per mesi, se non per anni, all’applicazione di norme diverse e a volte opposte. La fase transitoria dell’applicazione del nuovo processo civile si presenta complessa per magistrati e avvocati, costretti a fare i conti con un pacchetto di novità che cambierà da subito le regole, ma senza cancellare la vecchia disciplina.
La regola base fissata dal disegno di legge approvato definitivamente martedì è l’applicazione delle novità alle controversie introdotte solo dopo l’entrata in vigore della legge. La pubblicazione in «Gazzetta» sarà quindi cruciale. Ad esempio: a partire dal quindicesimo giorno dalla pubblicazione, le cause in materia societaria saranno disciplinate dal rito ordinario, mentre quelle in corso continueranno a essere regolate dal vecchio rito. Una differenza pesante se si tiene conto delle differenze tra le due forme processuali (gli avvocati già puntano a evitare il detestato rito speciale evitando di introdurre una nuova controversia prima del tempo).
Prospettiva analoga per le molte cause sul risarcimento danni per lesioni provocate da incidenti stradali. Oggi si applica ancora il rito del lavoro, mentre il disegno di legge ne prevede la soppressione, conservando però l’applicazione della procedura lavoristica alle liti in corso.
Dovrà aspettare un po’ di tempo per essere sperimentata anche la novità del filtro in Cassazione, che si applicherà solo quando il provvedimento impugnato è stato depositato dopo l’entrata in vigore della legge, o la testimonianza in forma scritta. Spostato in là anche il debutto del processo sommario di cognizione o le sanzioni processuali alle parti che perdono tempo nel giudizio.
Un numero limitato di misure, invece, sarà operativo da subito. A partire dal contenuto delle sentenze, che potrà essere espresso con una succinta esposizione delle ragioni di diritto alla base della decisione, con riferimento ai precedenti giurisprudenziali conformi. Lo stesso vale per il divieto di produrre nuovi documenti in appello o la possibilità di impugnare le sentenze di opposizione alle esecuzioni.
Si dovranno poi attendere i decreti delegati per conoscere le misure che spostano nel tempo i benefici dello sfoltimento dei riti (salvando alcune forme speciali come quella del lavoro, della famiglia o sulla proprietà industriale e i fallimenti) o rilanciano la conciliazione.
Il faticoso slalom tra le regole metterà ulteriormente sotto pressione magistrati e avvocati, costretti a fare i conti con la forza – a volte dirompente – del nuovo, senza poter perdere di vista il passato. Un doppio binario processuale che, almeno nell’immediato, rischia di non fare sentire gli effetti positivi della riforma.

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Il Paese peggiore per fare il blogger?

Posted by milionidieuro su 4 Maggio 2009

Il Paese peggiore per fare il blogger oggi è la Birmania, dove l’anno scorso il comico, regista e attivista Maung Thura, alias Zarganar (“pinzetta”), è stato condannato a 59 anni di carcere per aver messo in cattiva luce la giunta militare diffondendo su Internet immagini video della distruzione causata dal ciclone Nargis, e dove l’accesso alla Rete fu bloccato nel 2007, quando fu usato per diffondere informazioni sulla rivolta contro il regime.

L’ELENCO – In occasione della Giornata mondiale per la libertà di informazione, oggi, 3 maggio, l’organizzazione americana Committee to Protect Journalists” (Cpj), che difende i diritti dei giornalisti nel mondo, ha pubblicato un rapporto sui 10 Paesi peggiori per i blogger. Nel 2008, per la prima volta, il numero di blogger e giornalisti online incarcerati ha superato quello di giornalisti della carta stampata e della tv che si trovano in prigione. «I blogger sono l’avanguardia della rivoluzione dell’informazione», secondo Cpj. «Ma i governi stanno imparando rapidamente come usare la tecnologia contro di loro per censurare, filtrare, limitare l’accesso a Internet… E quando tutto il resto fallisce, le autorità semplicemente incarcerano alcuni blogger per intimidire il resto della comunità online e spingerla così al silenzio e all’autocensura».

CRITERI – Tra i criteri usati per redigere la lista: l’uso di tecnologie per il controllo della Rete, la repressione attraverso le leggi e il carcere. Nella lista, al secondo posto dopo la Birmania c’è l’Iran, dove «i blogger che scrivono in modo critico a proposito di figure religiose o politiche, della Rivoluzione islamica e dei suoi simboli sono regolarmente detenuti o sottoposti ad abusi». Uno di loro, Omidreza Misrayafi, è morto in circostanze misteriose lo scorso marzo nella prigione di Evin. Segue la Siria, dove dal 2008 i proprietari di cybercafé devono fornire informazioni sui clienti e dove Waed al-Mhana, un giornalista difensore dei siti archeologici a rischio, è sotto processo per aver criticato su web la demolizione di un antico mercato di Damasco. Quarto posto: Cuba, dove ci sono al momento 21 blogger in carcere. Quinta l’Arabia Saudita, che blocca l’accesso a circa 400mila siti web. Vietnam, Tunisia e Cina applicano rigidi controlli e censura sulla rete. Al nono posto, il Turkmenistan: il primo centro per l’accesso a internet è nato nel 2007 e, inizialmente, a sorvegliare i clienti erano stati schierati i soldati; poi le autorità hanno continuato a bloccare l’accesso dei dissidenti a internet e monitorare la posta elettronica. Il decimo paese nella lista di Cpj è l’Egitto, dove oltre 100 blogger sono stati incarcerati solo nel 2008. La maggior parte sono stati rilasciati dopo breve periodo, alcuni sono rimasti in prigione per mesi. Diversi dicono di aver subito maltrattamenti e alcuni di essere stati torturati. In prigione dal 2007 c’è il blogger Karim Amer, condannato a 4 anni per aver insultato l’Islam e il presidente egiziano Hosni Mubarak.

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LIBERTA’ DI STAMPA ??

Posted by milionidieuro su 21 aprile 2009

“La mancanza di libertà di stampa in Italia è una questione europea”
Pubblicato domenica 19 aprile 2009 in Spagna
[El Pais]

Tabucchi denuncia il controllo dell’informazione da parte di Berlusconi

Antonio Tabucchi (Pisa, 1943) è “molto preoccupato per il clima di censura e per gli attacchi alla libertà di stampa” che vive il suo paese. Secondo l’autore di Sostiene Pereira, un “grande velo di silenzio minaccia di coprire tutto” in Italia, dato il “controllo crescente e grottesco dell’informazione esercitato dal Governo di Silvio Berlusconi”. Tabucchi chiede ai giornalisti italiani di ribellarsi e di denunciare la situazione al Consiglio Europeo, affinché questo “prenda provvedimenti urgenti”.
Il detonatore è stata la censura da parte della Commissione di Vigilanza della RAI, questa settimana, contro il programma Annozero, diretto da Michele Santoro. Il suo vignettista satirico, Vauro, ha disegnato una vignetta che mette in relazione il nuovo Piano Casa dell’Esecutivo con l’elevato rischio sismico del paese dopo il terremoto in Abruzzo ed è stato sospeso dal programma. Dopo le critiche lanciate da Berlusconi e da Gianfranco Fini, Santoro è stato obbligato a trasmettere una puntata riparatrice dal Direttore della RAI Mauro Masi, che aveva giudicato la prima “poco equilibrata”.
“Viviamo una situazione molto preoccupante”, dice Tabucchi al telefono da Lisbona. “Lei s’immagina Zapatero che censura un programma critico nei confronti del suo Governo? È un mondo alla rovescia. In Italia il primo ministro è proprietario dell’80% dei mezzi di informazione. La UE ha obbligato i paesi dell’Est ad abbandonare le loro leggi comuniste per entrare in Europa e poi permette all’ Italia che il primo ministro controlli la RAI, le televisioni private ed una parte dei giornali. Non è un problema italiano, è europeo. Più della curva delle banane”.
Tabucchi sostiene che la Federazione della Stampa Italiana debba denunciare la RAI al Consiglio d’Europa per abuso di potere. Già nel 2001 Berlusconi cacciò vari professionisti della RAI con il cosiddetto editto bulgaro come se fossero stati suoi impiegati. Nessuno fece niente. Adesso ha minacciato da Vienna di voler attuare “azioni dure” contro i giornalisti, si riunisce a casa sua per nominare i nuovi direttori della RAI e censura i programmi più critici.
È intollerabile, l’informazione in Italia è malata e nessuno muove un dito. In nessun paese europeo succede una cosa del genere. Se un politico spagnolo controllasse per esempio La Vanguardia, El País e sei televisioni, potrebbe essere primo ministro?”.
Lo scrittore si sente “minacciato personalmente” e chiede alla stampa internazionale di presentarsi il 7 maggio a Pisa, dove comparirà di fronte al giudice per difendersi da una citazione a giudizio di Renato Schifani, presidente del Senato italiano. “Mi chiede 1.250.000 euro per un articolo apparso su L’Unità per presunti danni all’immagine” spiega. Schifani è la seconda carica dello Stato italiano, dopo il presidente della Repubblica, e non puó essere processato.
“Lui gode dell’immunità giudiziaria perché il Governo ha approvato una legge, il cosiddetto lodo Alfano, che impedisce di processare le quattro più alte cariche dello Stato. Ed io sono solo perché la denuncia non coinvolge L’Unità. È stata fatta così con lo scopo di intimidire senza che si noti molto, perché non si dica che è contro la Stampa, perché si sappia il meno possibile”.
[Articolo originale di Miguel Mora]

Specchio specchio delle mie brame…
Pubblicato lunedì 13 aprile 2009 in Francia
[Le Monde]

Da un mese, Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio, rettifica tutte le informazioni presenti nei giornali stranieri ritenute offensive per l’Italia e gli Italiani. Il Times, che aveva ironizzato sulla proposta di Silvio Berlusconi il quale consigliava agli sfollati del terremoto di L’Aquila (Abruzzo) di “passare il week-end di Pasqua al mare” si è visto immediatamente richiamato da un comunicato ufficiale, mercoledì 8 aprile. “Se l’inviato speciale britannico fosse stato sul posto, avrebbe potuto verificare la reazione positiva degli sfollati alle parole di conforto (..), dette in tono amabile , per convincere le famiglie a lasciare le tende per recarsi in uno degli hotel della costa che sono messi a loro disposizione”.
Un altro quotidiano britannico, The Guardian, ha avuto a sua volta diritto a delle rimostranze ufficiali per aver scritto che la fusione di Alleanza Nazionale e Forza Italia significava dare vita ad una formazione “postfascista”. Il quotidiano spagnolo El Pais e il settimanle tedesco Der Spiegel, hanno ricevuto una lettera di biasimo dagli ambasciatori italiani in Spagna e Germania. Il primo, per aver scritto che Berlusconi era uno dei leader “più sinistri”, il secondo per aver pubblicato in prima pagina un titolo ritenuto sprezzante nei confronti dell’Italia: “Lo stivale che puzza”.
Suscettibile, Silvio Berlusconi? Si, ma non più degli italiani che rifiutano di riconoscersi allo specchio che porge loro la stampa straniera. Eppure, gli italiani non sono avari di autocritiche. Hanno anche inventato una parola per questo, l’autolesionismo (in italiano nel testo, N.d.T.), per evocare la loro propensione a vedersi come gli ultimi della classe, i negletti dell’Europa. Ma che qualcun’altro lo faccia al loro posto, e subito coloro che si dichiaravano come “abitanti di un paese dove nulla funziona”, inforcano il cavallo dell’orgoglio nazionale. L’attitudine piena di dignità offesa di Silvio Berlusconi che rifiuta l’aiuto della comunità internazionale dopo il dramma di L’Aquila ne è un’illustrazione.
Questa questione dell’identità dell’Italia com’è percepita all’estero è stata anche oggetto di un intervento durante un seminario destinato agli ambasciatori tenutosi a marzo. Invitati dalla Farnesina (il Ministero degli Affari Esteri italiano), il corrispondente del Wall Street Journal e quello di Le Monde sono stati pregati di spiegare come vedono l’Italia ed in che modo ne rendano conto. I due giornalisti si sono trovati concordi nel dire, in termini diplomatici come quelli usati dagli interlocutori, che almeno quattro ostacoli impedivano loro di elogiare quotidianamente la Penisola: la Mafia (e le sue declinazioni locali), l’inefficacia dell’amministrazione e dello Stato in generale, la politica xenofoba esaltata- e talvota messa in atto- dalla Lega Nord e le battute di cattivo gusto di Silvio Berlusconi.
“Noi saremo sempre gli italiani del passato” si è lamentato alcuni giorni fa il quotidiano Il Giornale (proprietà del fratello di Silvio Berlusconi) dopo l’uscita di un articolo sulla stampa straniera riguardante le violenze contro gli stranieri “le vittime dei pregiudizi. Il paese della pizza e del mandolino è diventato il paese dei razzisti”.
L’Istituto Ipsos ha presentato a Siena (Toscana), nel dicembre 2008, a seguito di un colloquio organizzato dalla fondazione Intercultura, un sondaggio qualitativo incentrato sulla percezione della penisola da parte di una dozzina di testate straniere, tra le quali Le Monde, realizzato tra giugno e settembre 2008. Secondo questo studio, solo i temi riguardanti la cultura e il patrimonio portano elogi. Per il resto, l’evocazione della ‘dolce vita’ provoca ‘ironia’. La crisi finanziaria e economica conduce a giudizi “spesso negativi”; l’azione del governo è interpretata con un approccio “critico e severo”. I più indulgenti? La stampa russa ed indiana. I più critici: i giornali francesi ed argentini. Il conclusione, Ipsos spiegava: “Come riuscire a far parlare delle cose belle e positive? Tale è la sfida per il futuro degli Italiani e dell’Italia”
Per la stampa, che preferisce i treni che arrivano in ritardo a quelli che arrivano puntuali, l’Italia è un paradiso. I giornalisti della Penisola, che sono anche una delle fonti di informazione dei corrispondenti stranieri, abbondano di storie di malversazione, di incuria, di corruzione, di crimini mafiosi. Silvio Berlusconi, che possiede più dell’80% del settore televisivo italiano come presidente di Mediaset e del Consiglio, tiene uguamente sott’occhio i giornali. Rimprovera loro di non vedere l’Italia tutta rose e fiori e si lamenta di essere maltrattato, reietto, malgiudicato: « sono tentato di prendere misure dure » nei confronti della stampa, ha dichiarato recentemente .
Il terremoto di L’Aquila gli verrà in aiuto? I quotidiani italiani cominciano a lodare l’energia che ha profuso per rassicurare le vittime e supervisionare l’organizzazione senza errori nei salvataggi. Anche El Pais gli ha consacrato un editoriale lusinghiero. La buona notizia è stata immediatamente comunicata. Perchè questa ci ispiri?
[Articolo originale di Philippe Ridet]

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California, online tutti i nomi e cognomi degli evasori fiscali

Posted by milionidieuro su 21 aprile 2009

È la nuova linea adottata dal Governatore per far quadrare i conti pubblici e arrestare il fenomeno dilagante

La ricetta antievasione di Arnold Schwarzenegger, ex-Terminator hollywoodiano, prima d’essere eletto Governatore della California: “Giù le tasse, tagliare la spesa pubblica, minore burocrazia e deregolamentare”. Sono trascorsi diversi anni e alla luce dei fatti, soprattutto del dilagare del rosso nei conti dello Stato e del boom inarrestabile dell’evasione, oltre 6 miliardi di dollari l’anno soltanto sul versante delle imposte sui redditi delle persone fisiche, la nuova linea adottata da Schwarzy per far quadrare i conti e per arrestare la rincorsa dell’evasione ha cambiato look e può essere così riassunta: “Su le tasse, maggiori spese, più regole e, soprattutto, caccia all’evasore”.
Online la delinquent list con i nomi dei grandi evasori
E il Governatore, sconfessando una parte rilevante del suo credo politico iniziale, almeno quello degli esordi, è stato di parola. La prova è contenuta in due atti indicativi della svolta. Il primo legato all’innalzamento, di circa 9 punti percentuali, delle tasse che rientrano nella giurisdizione e nella potestà dello Stato, quindi nulla a che vedere con la tassazione federale. Il secondo, invece, è riscontrabile con la pubblicazione online della dilenquent list con i nomi, gli indirizzi e gli importi evasi dai 250 grandi evasori, talmente autorevoli che all’erario californiano, a conti fatti, mancano all’appello 143milioni di dollari. In media quindi, il tasso d’evasione pro-capite della lista dei big dell’evasione residenti nello Stato è pari, in base a quanto emerge, a circa 600mila dollari, 572mila per l’esattezza. E non si parla di evasione derivante da mancato pagamento di tasse e imposte federali. In quel caso, infatti, il bilancio potrebbe crescere, forse raddoppiare. E comunque, la diffusione sul web della delinquent list fornisce un indicatore utile nello svelare l’irrigidirsi del clima, almeno in California, nei confronti di chi evade tasse e imposte.
Come evitare la gogna online
In realtà, un modo c’è per evitare la gogna su Internet. Il fisco californiano, infatti, invia in anticipo una lettera con raccomandata di ritorno preavvisando il contribuente della futura pubblicazione in rete del suo nome. A questo punto, per dribblare il web l’evasore può: accettare la transazione e pagare, oppure, rateizzare i versamenti, o ancora, spiegare con contorno ricco di dati che la causa prima all’origine del mancato pagamento è il rischio bancarotta che incombe sui suoi bilanci. Se però non si accetta di venire a patti con l’Amministrazione fiscale, la pubblicazione del nome resta garantita.
Qualche nome
Tra le new entry dei volti noti l’oscar dell’evasione spetta all’attore Burt Reynolds, protagonista della stagione hollywoodiana dominata dai volti duri. Una durezza che, a quanto pare, ha mantenuto anche nei riguardi del fisco californiano. In realtà, le somme evase, all’incirca 250mila dollari, sono nel complesso piuttosto modeste. Sul versante, invece, degli addii il primo posto è di O.J. Simpson, mitico numero uno del football in versione stelle e strisce che, quest’anno, esce dalla lista dei grandi evasori. Perché? Semplice, O.J. è già ospite d’una prigione e la cosa rende non percorribile la galleria online degli evasori.
Evasori senza confiniPassando in rassegna i nomi di chi, nel 2009, ha conquistato di diritto, anche se potrebbe suonare come un controsenso, uno spazio nella tax delinquent parade californiana, si coglie subito la multiculturalità della società che risiede in questo angolo del Pianeta. Si inizia, infatti, da Mister Lee, che ha dimenticato di versare al fisco, nel 2002, quasi 10 milioni di dollari, ma chi lo segue non è il classico Mr Smith, al contrario, il vice-campione del trofeo dell’evasore californiano 2009 è tale Mr Lo, d’origini chiaramente orientaleggianti. E non è finita qui, perchè sul gradino del terzo posto siede Mr Zulfiqar, e a seguire Sinmbad e molti altri i cui nomi tradiscono l’origine da terre molto lontane dalle coste che circondano Los Angeles come, per esempio, Mr Hyesung, Mr Hwang, Mr Morgovsky, Mr Mohamad, Mr Vicencio, Mr Nguyen, I Signori Natividad, , Mr Eliopulos, El Senor Marquez, e per finire Mr Casamento, Espinoza e Ferro. In pratica, la geografia del mondo è ben rappresentata.
nuovofiscooggi.it

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LA CASSANDRA DEI TERREMOTI ??? La denuncia di Giuliani: "Io lo avevo previsto" Bertolaso: "Impossibile"

Posted by milionidieuro su 7 aprile 2009

«Ho vissuto la notte più terribile della mia vita, sono sfollato anch’io. Questi scienziati canonici, loro lo sapevano che i terremoti possono essere previsti. Il sisma di ieri poteva essere “visto” se ci fosse stato qualcuno a lavorare o si fosse preoccupato».
Il ricercatore abruzzese Giampaolo Giuliani è l’uomo del giorno. È lui il «pazzo», il «visionario» che aveva anticipato l’arrivo del «terremoto disastroso», con l’unico risultato di guadagnarsi una denuncia per procurato allarme e l’appellativo di «imbecille». Ieri sul web e via sms lo studioso, rispondendo alle domande di chi non crede al suo «precursore sismico», ha lanciato durissime accuse contro i «professionisti» della scala Richter.

Ma i terremoti si possono prevedere o no?
«Sì, si possono prevedere. Io l’ho fatto e per questo ora rischio di finire in galera».
In galera per aver diffuso «notizie false».
«I fatti hanno dimostrato invece che il mio allarme era fondato. E la gente comune l’ha capito».
Ma lei aveva profetizzato che il terremoto avrebbe scosso la terra il 29 marzo a Sulmona.
«Cosa che puntualmente è accaduta, anche se non con la forza di ieri».
Ma poi lei aveva corretto la sua prima previsione, dicendo: «Mi sento di poter tranquillizzare i miei concittadini…».
«Rispetto alla mia previsione il peggio si è scatenato con una settimana di ritardo».
La riprova che i terremoti non possono essere previsti.
«Non è così, La scossa di ieri poteva essere prevista anche con gli strumenti tecnici usati abitualmente da chi contesta il mio metodo».
E allora come mai l’allarme non è scattato?
«Perché chi è preposto al monitoraggio della situazione non era al suo posto, oppure non ha capito nulla».
Non è vero, l’unità di crisi si è riunita più volte.
«Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti…».
Facile parlare quando la tragedia è già accaduta.
«Sono 10 anni che noi riusciamo a prevedere eventi di questo tipo in una distanza di 100-150 chilometri da noi».
Qual è il suo metodo?
«La “capacità predittiva” è basata sull’analisi di un gas radioattivo, il radon, che si libera dal sottosuolo quando le faglie vengono attivate e il gas trova una via di fuga giungendo in superficie».
Da giorni lei parlava di «un forte aumento di radon, al di fuori della soglia di sicurezza».
«E forti aumenti di radon segnalano forti terremoti. Due notti fa il mio sismografo denunciava una forte scossa di terremoto e ce l’avevamo online. Tutti potevano osservarlo e tanti l’hanno osservato».
Ma l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia ribadisce in un comunicato ufficiale: «Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti».
«Falso. Il mio “precursore sismico” arriva ad anticipare il verificarsi di un terremoto fino a 6-24 ore prima».
In quale occasione ha verificato l’efficacia della sua tecnica?
«Nel 2001 stavamo osservando il misuratore di particelle cosmiche presso l’Istituto quando, in corrispondenza del terremoto in Turchia, rilevammo una quantità straordinaria, rispetto al solito, di radon».
Dal 2001 in poi come è evoluta la sua ricerca?
«Ho impiegato quasi 2 anni per realizzare da solo uno strumento in grado di rilevare il radon, iniziai ad osservarlo ed a studiarlo, e con l’aiuto di un sismografo mi resi conto che la concentrazione di radon aumentava in corrispondenza di un evento sismico».
Poi cos’è accaduto?
«Nel 2002, in corrispondenza del terremoto di S. Giuliano, registrammo valori 100 volte maggiori alla norma, ma disponendo di un solo precursore sismico eravamo in grado di emanare un allarme per un evento sismico che distava più di 50 km da L’Aquila, senza poter fornire altre informazioni circa la collocazione o la direzione dell’evento stesso. Oggi con 5 precursori saremmo in grado di essere molto più precisi, “triangolando” i dati e i segnali di concentrazione del radon».
da ilgironale

Intanto l’Italia del volontariato si sta muovendo con ogni mezzo possibile, come il Wwf che per aiutare le famiglie sfollate ha messo a disposizione foresterie e i centri visite sparsi nelle oasi abruzzesi. Ma come aiutare gli sfollati del terremoto d’Abruzzo?
Panorama.it pubblica una lista di associazioni autorizzate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri a partecipare agli interventi di soccorso.

Associazione guide e scouts cattolici italiani 06/68166236

Associazione nazionale alpini 0773/1875164 oppure 02/6592364

Associazione nazionale carabinieri 06 /36000804

Associazione nazionale pubbliche assistenze 055 /7874536

Associazione nazionale vigili del fuoco in congedo 06 /76983385

Associazione nazionale vigili del fuoco volontari 02/6692192

Cives – coordinamento infermieri volontari per l’emergenza sanitaria 055/355648

Cisom Corpo italiano di soccorso ordine di malta 06/45440764

Confederazione nazionale delle misericordie d’Italia 055/ 3261261

Corpo nazionale giovani esploratori ed esporatrici italiani 06/83769051 oppure 0761/498041

Federazione italiana ricetrasmissioni 02 /45495688 oppure 02/8057446

Legambiente 06/86218474

Psicologi per i popoli 0465/322071

Prociv – Arci Associazione nazionale volontari per la Protezione civile 06/23328358

Ucis – unità cinofile italiane da soccorso 030/9921827 oppure 0364/45522

Unitalsi 06/6781421

Per donazioni:
Caritas
C/C POSTALE n. 347013
o tramite UNICREDIT BANCA DI ROMA S.P.A.
IBAN IT38 K03002 05206 000401120727
Causale: “TERREMOTO ABRUZZ
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma – IBAN: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
Allianz Bank, via San Claudio 82, Roma – IBAN: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – IBAn: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113

Caritas Ambrosiana
C/C POSTALE n. 13576228 intestato a Caritas Ambrosiana ONLUS
C/C BANCARIO n. 578 – Cin P, ABI 03512, Cab 01602 presso l’ag. 1 di Milano del Credito Artigiano e intestato a Caritas Ambrosiana ONLUS
IBAN: IT16P0351201602000000000578
Causale: “TERREMOTO ABRUZZO 2009″

Croce Rossa Italiana
C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati
Tesoreria – Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma
intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 – 00187 Roma.
IBAN: IT66 – C010 0503 3820 0000 0218020
Causale: “PRO TERREMOTO ABRUZZO”

C/C POSTALE n. 300004
intestato a: “Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma
c/c postale n° 300004
Codice IBAN: IT24 – X076 0103 2000 0000 0300 004
Causale: “PRO TERREMOTO ABRUZZO”
È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI.
Fonte: Panorama

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