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Silent Talk: nuova arma è la telepatia

Posted by milionidieuro su 18 Maggio 2009


DAI CAMPI di battaglia del futuro, tra il fischio delle pallottole che fendono l’aria, il boato delle granate che esplodono, il fragore degli elicotteri che volano bassi, potrebbe sparire un suono che ha caratterizzato le guerre da prima della polvere da sparo: quello della voce umana. La Darpa, l’agenzia del ministero della Difesa statunitense che si occupa di sviluppare le tecnologie militari dei prossimi decenni, ha finanziato un progetto che prevede l’uso della telepatia come mezzo di comunicazione tra i soldati.

Battezzato “Silent Talk”, il programma ha l’obiettivo di “consentire la comunicazione tra utenti su un campo di battaglia senza l’uso della voce, attraverso l’analisi dei segnali neurali”, come si legge in uno stralcio di documento riportato dal sito della rivista Wired. Il Pentagono ha destinato al progetto 4 milioni di dollari, che vanno a sommarsi agli ulteriori 4 milioni che l’esercito americano aveva stanziato un anno fa per indagare, insieme alla University of California, la possibilità della cosiddetta “computer-mediated telepathy”.

Alla base dell’idea c’è la consapevolezza che le parole e le frasi, prima di venire pronunciate, si formano nella mente, mettendo in moto un complesso processo il cui esito ultimo è l’emissione dei suoni. La tecnologia immaginata dalla Darpa dovrebbe intercettare i segnali emessi dal cervello nel momento in cui le parole vengono pensate e trasmetterle correttamente al destinatario senza passare dalla bocca.

La tecnologia per trasformare le onde cerebrali in comandi interpretabili dai computer ha fatto negli ultimi anni enormi progressi, soprattutto in relazione all’assistenza dei disabili. Sono ormai realtà i prototipi di protesi ortopediche e sedie a rotelle comandate con la mente, così come i sistemi che permettono di comporre frasi attraverso una tastiera senza il bisogno di toccarla. Ma il progetto “Silent Talk”, per avere successo, richiede ben altri progressi: prima di tutto, bisogna trovare il modo di estrarre parole e concetti da un elettroencefalogramma. Poi bisogna capire se tra i segnali neurali di individui differenti esistano pattern comuni o generalizzabili. Infine, c’è da costruire un sistema in grado di decodificare questi segnali e trasmetterli a breve distanza. In prospettiva, il sistema immaginato dal Darpa potrebbe servire anche al contrario, cioè per intercettare i pensieri del nemico direttamente alla fonte.

Nata nel 1958, la Darpa ha la missione di sviluppare tecnologie futuristiche di applicazione militare, spesso destinate ad avere effetti dirompenti in ambito civile: i ricercatori del Pentagono furono i primi a occuparesi del programma spaziale statunitense, poi affidato alla Nasa. Nel 1969 crearono Arpanet, un sistema di comunicazione tra computer che sarà il primo nucleo di internet.

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L’uomo che sopravvisse all’atomica, due volte

Posted by milionidieuro su 30 marzo 2009

Furono sufficienti pochi istanti per cancellare le città di Nagasaki e Hiroshima: le due potenti onde d’urto e il micidiale vento atomico non lasciarono scampo e si portarono via in un attimo decine di migliaia di vite umane. Lo sa bene Tsutomu Yamaguchi, uno dei pochi sopravvissuti ai due attacchi atomici in Giappone. Sì, a entrambi.

Il 6 agosto del 1945, Tsutomu Yamaguchi si trovava ad Hiroshima per lavoro. Proprio quel giorno l’Enola Gay lanciò sulla città Little Boy. Questo signore si trovava a tre chilometri dal luogo preciso dove cadde la bomba: trascorse la notte in città, dove venne curato per le sue gravi ustioni. Dopo due giorni, venne rimandato a casa. E indovinate un po’ qual era la sua città? Proprio Nagasaki, dove il 9 agosto del 1945, poche ore dopo il suo rientro a casa, dovette sopportare lo stesso scenario visto tre giorni prima.

La singolare scoperta risale a pochi giorni fa. Che Yamaguchi fosse sopravvissuto all’attacco di Nagasaki era già noto da tempo, ma non si sapeva invece che l’uomo fosse anche sopravvissuto al precedente bombardamento atomico di Hiroshima. La conferma giunge direttamente dall’amministrazione comunale di Nagasaki e fa di Yamaguchi l’unico superstite di entrambi i bombardamenti delle due famose città giapponesi.

Stando ai dati statistici, Tsutomu Yamaguchi è una delle 260mila persone che riuscirono a sopravvivere agli attacchi, che causarono la morte di circa 140mila individui a Hiroshima e di almeno 70mila a Nagasaki. Non si conoscono ancora ulteriori dettagli sull’uomo che sopravvisse a entrambi gli attacchi atomici, per ragioni di privacy l’amministrazione comunale ha preferito non fornire ancora notizie aggiuntive sulle sue condizioni di salute a distanza di tanti anni dall’esposizione alle radiazioni.

Protagonista, suo malgrado, di una delle pagine più terrificanti nella storia dell’umanità, Yamaguchi può sicuramente ritenersi un uomo fortunato, ammesso che di fortuna si possa parlare in episodi del genere…

Questa storia in realtà è abbastanza datata. E non fu l’unico a vivere due volte quella esperienza. Molti sopravvissuti a Hiroshima si recarono a Nagasaki in treno. La cosa davvero sorprendente è che Nagasaki non era il bersaglio della seconda bomba atomica, bensì Kokura, ma sopra quella città il tempo era troppo coperto e così cambiarono i piani all’ultimo momento. Ad ogni modo non parlerei di fortuna: Tsutomu Yamaguchi dovette subire diversi interventi per riparare i danni degli effetti della bomba, e la sua salute ne risentì comunque, oltre ad aver visto morire amici e parenti. Sinceramente non trovo opportuno parlare di fortuna. Ci sono situazioni in cui i vivi rimpiangono i morti.

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