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Archive for the ‘salute’ Category

INFLUENZA SUINA: NUOVA INFLUENZA,In Messico una statua al piccolo Edgar, primo caso di febbre suina

Posted by milionidieuro su 28 Maggio 2009


Città del Messico, 28 mag. (Adnkronos) – Una statua che raffigura Edgar Hernandez, il piccolo messicano di 5 anni che è stato il primo ammalato ufficiale ed è sopravvissuto alla febbre suina, il virus influenzale AH1N1 che ora circola in tutto il mondo.
E’ l’idea per rilanciare il turismo e attrarre i visitatori nello stato di Veracruz dell'”eccentrico” governatore messicano Fidel Herrera, secondo quanto riferito dal quotidiano americano ‘New York Times’. Per immortalare il piccolo che vive nel paesino di La Gloria al governatore piacerebbe una statua di cemento oppure di bronzo, proprio come il celebre ‘Manneken Pis’, la scultura del bimbo che fa pipì in una fontana che attira tanti turisti a Bruxelles.

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SESSO, LE DONNE INTELLIGENTI SONO PIU’ FELICI A LETTO

Posted by milionidieuro su 12 Maggio 2009


Intelligenti e felici. Almeno sotto le lenzuola. Lo dimostra uno studio su duemila gemelle, condotto dai ricercatori del King’s College di Londra e pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, secondo cui le donne che hanno un alto quoziente di intelligenza emotiva (IE) vivono una vita sessuale piu’ appagante e hanno maggior numero di orgasmi. Attraverso un questionario sulla vita sessuale e a un test in grado di misurare la capacita’ di gestire emozioni e sensazioni, gli scienziati hanno scoperto che le donne con meno del 25% di IE sono due volte piu’ a rischio di essere sessualmente insoddisfatte rispetto alle altre. ”L’intelligenza emotiva – spiega Andrea Burri, coordinatrice della ricerca – ha un impatto diretto sulla sessualita’ delle donne, influenzando la loro abilita’ nel comunicare desideri e aspettative sessuali al partner. Insomma, piu’ sono intelligenti, piu’ sono fantasiose a letto e hanno orgasmi piu’ frequenti”.
Più piacere sotto le lenzuola per le donne dotate di intelligenza emotiva, una particolare abilità di percepire sentimenti ed emozioni altrui. Le più sensibili, infatti, sono destinate a totalizzare un record di orgasmi, almeno secondo un studio britannico condotto su oltre 2.035 gemelle, pubblicato sul ‘Journal of Sexual Medicine’. Sembra, infatti, che la chiave di tutto sia proprio nelle particolari ‘antenne dell’anima’, che consentono ad alcune donne di cogliere senza sforzo sentimenti e umori propri e altrui.

Tutte le partecipanti allo studio hanno completato questionari dettagliati sulla propria vita sessuale, i comportamenti e le performance, rispondendo anche a un test per quantificare il grado di intelligenza emotiva. I ricercatori, fra cui Andrea Virginia Burri del King’s College di Londra e Tim Spector, responsabile del Twin Research Department del King’s College di Londra, hanno scoperto così una “significativa associazione” tra l’intelligenza emotiva e la frequenza di orgasmi, sia nel caso di sesso solitario che in coppia.”Questi risultati mostrano che l’intelligenza emotiva è un vantaggio in molti aspetti della vita, inclusa l’intimità – commenta Spector – Il nostro studio aiuterà enormemente lo sviluppo di terapie comportamentali e cognitive per migliorare la vita sessuale femminile”.

Fino a un terzo delle donne ha difficoltà nel raggiungere il picco del piacere, e qualcuna non ci riesce affatto. “L’intelligenza emotiva sembra avere un impatto diretto sulla funzione sessuale delle donne – aggiunge la Burri, prima autrice della ricerca – E lo fa influenzando la loro capacità di comunicare le proprie aspettative sessuali e i desideri al partner”. Non solo. C’è una possibile connessione fra questa abilità e la capacità di una donna di fantasticare durante il rapporto, conclude la sessuologa.

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Pasteurella multocida: colera aviario, in Cile ha ucciso 1400 pinguini

Posted by milionidieuro su 11 Maggio 2009


Dopo la febbre suina il colera aviario. L’allerta è alta in Cile dopo che sono stati trovati morti alcune settimane fa circa 1400 pinguini di Magellano sulle spiagge meridionali del paese, quelle dell’Araucanía, a 790 km dalla capitale Santiago. I primi risultati degli esami tossicologici eseguiti sulle carcasse degli animali colpiti hanno, infatti, escluso qualsiasi forma di intossicazione. Al contrario, secondo quanto riportato dal più importante quotidiano cileno La Tercera, i ricercatori dell’Università Australe di Valdivia hanno identificato il batterio considerato probabile causa della morte. Si tratta della Pasteurella multocida, capace di scatenare un particolare tipo di colera, soprannominato aviario, in alcune specie terrestri e di uccelli acquatici. Ma a tenere gli scienziati con il fiato sospeso è il fatto che questo tipo di colera è trasmissibile dagli animali agli esseri umani. Il contagio avviene attraverso l’acqua o per contatto diretto con gli uccelli. Finora non è stato segnalato alcun caso sugli esseri umani ma l’attenzione resta alta. Roberto Schlatter, zoologo dell’Università che ha condotto gli esami, cerca di stare, però, con i piedi per terra. “Casi di colera aviario e limitati agli animali – dice- sono conosciuti solo in Sudafrica, in Antartide e in alcune aree dell’emisfero settentrionale. Nel Cile non sono mai stati segnalati”. Resta solo una domanda. Come ha fatto il batterio ad arrivare fin nelle coste dell’America Latina? E’ sempre Schattler a rispondere: “può essere stato un pollo infetto o addirittura una nave di turisti che ha scaricato i rifiuti in Cile con tanto di batterio incorporato”. Il tempo di sopravvivenza a terra di un batterio del genere è di 3 mesi. Il colera che può generare è tra i più feroci, con tanto di setticemia e morte del malato.

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LATTE MELAMINA: RESPONSABILI CINA PROMOSSI A INCARICHI PIU’ IMPORTANTI

Posted by milionidieuro su 9 Maggio 2009


Erano state promesse punizioni esemplari e invece i responsabili dei mancati controlli in Cina sul latte alla melamina sono stati semplicemente sostituiti o addirittura promossi. Lo scrive l’agenzia dei missionari AsiaNews, raccontando il caso di Bao Junkai, ex vice direttore per la sanita’ alimentare che era stato sollevato dall’importante incarico. A marzo aveva subito un procedimento disciplinare, ma ora e’ tornato in servizio, promosso a un incarico piu’ importante. Il ChinaDaily ha riferito che un episodio analogo si e’ verificato nel caso di Liu Daqun, ex direttore del dipartimento Agricoltura in Hebei dove aveva sede la Sanlu, la societa’ ritenuta responsabile della contaminazione. Anche Liu aveva ricevuto una dura ”reprimenda” a marzo: ora e’ sindaco e vicesegretario del Partito a Xingtai, citta’ dell’Hebei. Lo scandalo del latte alla melamina, una sostanza usata per i prodotti plastici ma velenosa per l’uomo, utilizzata per ”truccare” il livello di proteine nel latte in polvere, era scoppiata lo scorso settembre. In base ai dai ufficiali sono morti almeno sei neonati ed altri 300 mila hanno dovuto far ricorso a cure mediche.

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Febbre suina: aumentano i contagi

Posted by milionidieuro su 1 Maggio 2009


Cresce l’allarme in Europa per la nuova influenza A H1N1 ma resta fermo al cinque l’allerta dell’Oms. I casi registrati, sospetti o accertati, non sono ancora in numero particolarmente elevato rispetto al all’America, ma due contagi avvenuti direttamente nel vecchio continente (uno in Germania di un’infermiera che non è stata in Messico e un altro caso di contagio sul territorio della Gran Bretagna), che aveva preoccupato gli esperti, non hanno fatto aumentare il livello dell’allerta da quello attuale, il cinque, al livello sei, il massimo nella scala dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Intanto nessun caso confermato in Italia e questa mattina l’Oms ha diffuso un bilancio che vede 331 casi confermati in 11 Paesi e 10 morti. Sarà possibile ottenere, sostiene anche l’Organizzazione, un vaccino efficace nell’arco di pochi mesi. Casi sospetti sono stati registrati in Russia. La situazione in Messico resta delicata: 343 è il numero dei ricoverati, e il numero dei decessi sale a quindici, secondo il bilancio diffuso dal ministro della Sanità messicano Josè Angel Cordova. Il virus, ha però spiegato il ministro, non è così aggressivo come si temeva. Gli Stati Uniti hanno un totale di 141 casi accertati di nuova influenza localizzati in 19 Stati diversi, ha annunciato oggi un portavoce del Centro di Atlanta per il Controllo delle epidemie. Si tratta di un aumento rispetto a ieri quando i casi accertati erano 109 diffusi in 11 Stati diversi.

La Continental Airlines ha dimezzato temporaneamente i voli verso il Messico In Canada i casi accertati sono saliti a 35. Primo caso accertato anche in Asia: a Hong Kong è stato portato in ospedale un cittadino messicano proveniente da Shanghai. Negativo l’unico caso sospetto in Giappone. In Israele sono stati dimessi oggi, perchè ormai del tutto sani, i due israeliani ricoverati nei giorni scorsi perchè colpiti da influenza dopo essere rientrati da viaggi in Messico.

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La febbre suina è arrivata in Europa Italia, pronte 40 milioni di dosi di antivirali IN ITALIA DA NOMANI ATTIVO UN NUMERO VERDE

Posted by milionidieuro su 27 aprile 2009

Sara’ attivo da domani alle 8 il NUMERO VERDE 1500 del ministero del Welfare per informazioni sull’influenza ‘suina’. Al numero 1500, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20, risponderanno medici ed esperti del ministero appositamente formati. Il ministero sin dal 24 aprile ha riunito in seduta permanente una Task Force di esperti e continua a monitorare ora per ora l’evolversi della situazione in collegamento con gli organismi europei e internazionali.

L’Organizzazione mondiale della Sanita’ ha elevato da 3 a 4 la fase di allerta pandemica per l’influenza da suini. Lo hanno reso noto fonti della stessa Oms a Ginevra. Il nuovo livello comporta il riconoscimento di un rischio significativo di pandemia ma non la certezza che questo sviluppo stia effettivamente per verificarsi. Nella fase 4 il virus compie un passo in avanti nella capacita’ di scatenare una pandemia, ma non ne indica ancora l’arrivo.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di innalzare al quarto dei sei livelli l’allerta per il rischio di pandemia, dopo avere verificato che il virus mutante della febbre suina A/H1N1 si trasmette direttamente fra esseri umani: lo hanno reso noto fonti della Sanità messicana.

Nuovi casi di contagio in Scozia
Le autorità scozzesi hanno confermato l’esistenza di due casi di febbre suina, i primi nel Regno Unito. Questi si vanno ad aggiungere al primo episodio di contagio registrato in Spagna.

Fazio: «Pronti gli antivirali»
È possibile che il virus dell’influenza suina arrivi in Italia ma il Paese è pronto a riceverlo perchè ci sono ampie scorte di antivirali. È quanto assicura il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio intervistato dal Tg5. «Prima o poi è possibile che arrivi il virus in Italia – ha detto Fazio -. Noi siamo da tempo pronti a riceverlo, insieme agli altri paesi dell’Unione Europea con cui da tempo abbiamo stilato dei piani per le pandemie. Si pensava che fosse una pandemia del virus dell’aviaria invece è un virus diverso. Ma siamo pronti – ha ribadito – abbiamo le scorte, così come le hanno gli altri paesi dell’Unione Europea con cui comunichiamo giornalmente». Il sottosegretario ha anche annunciato che giovedì sarà a Bruxelles per un incontro con i ministri Ue. Sulle scorte di antivirali, Fazio ha poi rassicurato: «Abbiamo disponibili 40 milioni di dosi di antivirali». Il ministro del Welfare con delega alla Salute riferirà sulla situazione in Senato, alle 16 e 30 di martedì 28 aprile.

Messico: 149 morti
I decessi collegati all’epidemia di febbre suina in Messico (il paese dove è partita l’influenza) sono saliti a 149 rispetto ai 120 di domenica sera. Lo ha annunciato il ministro della Sanità messicano, José Angel Cordova, in un briefing, precisando che i decessi accertati al 100% restano 20 e che il Governo sta facendo il possibile per accelerare le procedure di identificazione del virus. In tutto, sono 1.995 le persone che presentano i sintomi dell’influenza, 776 sono ricoverate e 1.070 sono state dimesse. Il Ministro ha confermato che le scuole resteranno chiuse fino al 6 maggio e che la misura é stata estesa a tutto il paese. Il sindaco di Città del Messico ha annunciato pochi minuti fa che si sta pensando di chiudere la capitale messicana per evitare ulteriori contagi.

New York: i contagi potrebbero salire a 100
Intanto il sindacodi New York, Michael Bloomberg, nel corso del briefing anche precisato che il numero dei casi accertati di febbre suina a New York potrebbe salire a 100 a causa dell’esposizione degli studenti dell’istituto scolastico nei Queens, dove si concentrano i casi. In tutti gli Stati Uniti, solo una persona resta ospitalizzata, gli altri pazienti sono stati dimessi. Oltre a New York, gli altri Stati che hanno registrato casi di influenza suina sono Ohio, Kansas, Texas e California. Il Governo Usa procederà a breve alla distribuzione di 11 milioni di kit antivirali con i medicinali Tamiflu (La Roche) e Relenza (Glaxo SmithKline) che hanno effetti su questo tipo di virus. In totale, il Governo Usa dispone di uno stock di 50 milioni di preparati anti-influenza virale.

Clinton: «Cautela per chi viaggia in Messico»
Il Dipartimento di Stato americano sta lavorando con le altre agenzie nazionali e quelle internazionali per contrastare il dilagare della febbre suina ed invita alla prudenza gli americani che sono in procinto di effettuare viaggi. A sottolinearlo è stato il segretario di Stato Hillary Clinton, precisando che «sul sito web è stato pubblicato un avviso in cui si esorta alla cautela coloro che hanno pianificato un viaggio». Al momento tuttavia il Dipartimento di Stato non ha diffuso uno specifico avviso sui viaggi in Messico o in altre zone. l Dipartimento di Stato lavora in stretto coordinamento con le altre agenzie del paese, tra cui i Centers for Disease Control and Prevention ed il Dipartimento per la sicurezza del territorio nazionale: «Trattiamo la cosa con estrema serietá e lavoriamo anche in collaborazione con l’Oms…per cercare di sviluppare una strategia che prevenga la diffusione di questa forma di influenza suina». La Clinton ha reso noto che gli Stati Uniti hanno offerto aiuti ed assistenza al governo del Messico per assicurarsi che abbiano le risorse e i mezzi tecnici di cui hanno bisogno.

Ue: evitare allarmismi
I ministri hanno anche invitato ad evitare «inutili allarmismi», come ha spiegato l’italiano Franco Frattini, invitando la Commissione europea alla «massima trasparenza e informazione» verso i cittadini. Più preoccupati sono apparsi invece il commissario Ue alla Salute, Androulla Vassiliou, e i tecnici dei suoi servizi (la Direzione generale Salute e Consumatori, Dg Sanco). I motivi d’inquietudine ci sono e non sono di poco conto, hanno spiegato gli esperti durante un «briefing» con i cronisti a Bruxelles, mentre il loro commissario spiegava la situazione ai ministri a Lussemburgo, e consigliava all’opinione pubblica europea di evitare viaggi nelle aree colpite.

Accertato il contagio da uomo a uomo
Innanzitutto, preoccupa il fatto che si tratti non di un agente patogeno di una malattia dei maiali, nonostante il nome, ma in realtà, e a pieno titolo, di un nuovo virus dell’influenza umana. Un virus che, mutando, ha acquisito «spezzoni» del Dna virale sia dell’influenza suina che di quella umana e aviaria; ma, soprattutto, che sembra sia in grado di trasmettersi da persona a persona, e non solo dall’animale all’uomo. Lo dimostra il fatto che negli Usa le persone che hanno contratto l’influenza suina non avevano avuto contatti con alcun maiale, e che il vrus stesso non sia ancora mai stato individuato sui suini. «È nuovo, e si sta diffondendo rapidamente» ha sintetizzato uno degli esperti della Commissione.

Le analogie con la «spagnola»
Preoccupa molto, soprattutto, il fatto che in Messico molte delle persone decedute (soprattutto di polmonite) per aver contratto il virus siano giovani. Questa circostanza rievoca la sinistra memoria della Spagnola, un virus di derivazione dell’influenza aviaria H5N1 che nel 1918 uccise più giovani della Prima guerra mondiale, facendo fra venti e quaranta milioni di vittime. La normale influenza stagionale può essere letale per i soggetti più deboli, e fa circa 25.000 vittime all’anno fra anziani e malati nell’Ue. Ma qual’è la soglia di decessi a partire dalla quale si lascia il campo della normalità e si entra nel rischio di pandemia? «È preoccupante il superamento delle 10.000 vittime in un grande paese, come la Germania», ha risposto uno degli esperti della Commissione

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Amianto, 500mila i morti annunciati per i primi trent’anni del secolo e A L’AQUILA E NEI COMUNI COLPITI DAL TERREMOTO???

Posted by milionidieuro su 21 aprile 2009

300 bare. 300 nomi. Uccisi, ma non dal terremoto. Dalle case assassine. Costruite rubando sui materiali, rubando sulla sicurezza. Uccisi dall’edilizia selvaggia, da parcheggi sotterranei ricavati erodendo le fondamenta degli edifici. Da chi doveva vigilare e non ha vigilato. Da chi doveva fermare i lavori e non è intervenuto. Da una causa rimasta pendente, da una condanna che non è mai arrivata.
300 cadaveri, disposti in file ordinate davanti al Presidente del Consiglio. 300 altri, disposti alla rinfusa, sotto alle macerie. In Irpinia furono coperti da colate di cemento, per evitare epidemie. Verranno fuori tra duemila anni, come a Pompei.
Nel frattempo, altri se ne andranno. Molto prima, forse tra venti o trent’anni. Quando meno se lo aspettano, implacabilmente, inesorabilmente. Con tutta probabilità, inspiegabilmente.
L’eternit è un materiale isolante fatto con l’amianto. L’amianto è un minerale fibroso, i cui filamenti sono così leggeri da restare in sospensione nell’aria per molto tempo, e sono così piccoli da avere un diametro inferiore a quello che le nostre vie respiratorie sono in grado di filtrare. Basta inalarne uno, uno solo. Poi, non resta che aspettare. Le patologie connesse si sviluppano anche dopo venti o trent’anni. Si chiamano abestosi, mesotelioma, carcinoma polmonare, e sono tutte mortali.
Nei giorni successivi al sisma, i comuni colpiti erano polveriere di calce ed altri materiali finemente triturati. A fine giornata, il sapore di calcinacci e muratura rimaneva nella gola e nei polmoni.
Quanti degli edifici crollati avevano un tetto in eternit? Almeno il 20, 30%. L’aria era satura di amianto.
Dal momento del crollo in poi, ogni respiro a L’Aquila e dintorni è stato una probabile condanna a morte. I sopravvissuti, i soccorritori, i giornalisti, gli operatori, le forze dell’ordine e i parenti accorsi alla disperata ricerca di notizie dei loro cari, …tutti.

Saranno i prossimi a morire…..

I numeri sono allarmanti: 90.000 morti l’anno secondo la rivista scientifica The Lancet; 500.000 quelli annunciati per la sola Europa nei primi 30 anni del XXI secolo. Eppure non sono bastate queste cifre, terrificanti, per convincere la Commissione europea ad imporre un divieto totale e definitivo sull’utilizzo dell’amianto, la cui pericolosità è legata a una serie di minerali letali per l’essere umano.
Queste sostanze finiscono in decine e decine di oggetti o strutture con le quali ogni giorno veniamo a contatto. Dai freni a disco ai tostapane, dai materiali da costruzione navale agli edifici privati e pubblici (come le scuole). La nocività dell’amianto è stata accertata dal 1906, ma ci sono voluti decenni per convincere alcuni governi a metterlo al bando. E la strada è ancora tutta in salita.
L’u
ltimo colpo di scena risale al 18 e 19 febbraio scorsi. A Bruxelles si doveva decidere per una regolamentazione sull’utilizzo di alcune sostanze chimiche sul mercato europeo (tra cui le fibre di amianto). Francia, Italia, Belgio e Paesi Bassi si sono pronunciati per un’immediata decisione in merito, ma la maggior parte dei rappresentanti degli Stati membri ha votato a favore di una deroga (rifacendosi a una decisione presa nel 2007 da un gruppo di lavoro della Direzione Generale Imprese della Commissione europea per prolungare, appunto, la derogazione sull’amianto). In sostanza: un nulla di fatto che lascia invariata la situazione e fa slittare le decisioni ad un momento ancora da definire.
“La deroga proposta dalla Commissione europea deve passare il vaglio del Parlamento Ue, che ha tempo sei mesi per pronunciarsi” spiega Laurent Vogel, direttore del dipartimento Salute e sicurezza dell’Istituto sindacale europeo. “Di mezzo però ci sono le elezioni europee di giugno. E il rischio è quello di vedere i dibattiti prolungarsi in eterno. Se la deroga dovesse essere concessa, gli Stati membri chiederanno di fare di nuovo il punto della situazione nel 2012″. E visti i tempi della burocrazia europea, “rischiano di pronunciarsi in maniera definitiva non prima del 2015″.

Per Eric Jonckheere, fondatore della Abeva, associazione per sensibilizzare l’opinione pubblica al pericolo dell’amianto, la delusione è stata immensa. “Non posso credere che all’alba del XXI secolo ci siano governi europei disposti a piegarsi di fronte al mondo industriale su una vicenda così grave” ha spiega Jonckheere . “Se questa deroga dovesse passare, ai 500.000 morti annunciati in Europa entro il 2030 se ne aggiungeranno altre decine di migliaia negli anni succesivi”, ha spiegato. “Io e la mia famiglia siamo cresciuti a Kapelle-Op-Den-Bos, dove mio padre lavorava come ingegnere della multinazionale belgo-svizzera Eternit, la stessa che ha mandato al macello i lavoratori di Casale Monferrato, Cavagnolo (Torino), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia)” sottolinea Jonckheere, e aggiunge “L’amianto dell’Eternit ha spazzato via la mia famiglia”. Le confidenze di Jonckheere a sono preziose, perché illustrano gli effetti devastanti di un prodotto “che non uccide soltanto le persone che lavorano all’interno di una fabbrica, come mio padre, ma anche coloro che vi entrano in contatto. Sebbene non avesse mai lavorato nello stabilimento dell’Eternit, mia madre (morta nel 2000 all’età di 63 anni, ndr) è il primo caso in Belgio di vittima ambientale”. Dopo di lei, sono morti altri due fratelli: “il primo a 43 anni, il secondo un mese fa, 44 anni appena compiuti”.
È proprio il dolore per le perdite dei familiari che ha spinto Eric Jonckheere a fondare un’associazione senza scopo di lucro. “Con Abeva cerchiamo di sensibilizzare non soltanto l’opinione pubblica ma anche la nostra classe politica sui rischi di salute pubblica che l’amianto fa planare sui lavoratori e i cittadini. E cerchiamo di insistere sulla necessità di assistere le vittime di oggi e di domani. Pochi lo sanno, ma in futuro l’asbestosi farà più vittime del tabacco. Ecco perché la deroga che la Commissione europea intende concedere ai gruppi industriali va combattuta”.
La battaglia si annuncia lunga e difficile. Le multinazionali hanno il vento in poppa. “Dow Chemical, Solvay e Zachem possono contare sul supporto di altri tre gruppi industriali, due svedesi e un bulgaro” spiega Vogel. “Purtroppo le attività lobbyistiche hanno ridotto la capacità della Commissione a decidere in maniera indipendente”, come proverebbero anche fonti confidenziali. “Alcuni gruppi hanno speso somme importanti per la ricerca di materiali e di processi di sostituzione all’amianto” si legge tra i commenti rilasciati da esperti della Commissione a rappresentanti della società civile. “Dow (Chemical)” ad esempio, “ha speso 200 milioni di euro. La Commissione può prendere una misura di interdizione se è provato che esiste un rischio” nel caso della produzione di cloro. “Tuttavia, gli Stati, gli industriali e i sindacati sono d’accordo per dire che non vi è alcun rischio”. Non solo. “C’è chi, come Solvay, ha addirittura trovato un’alternativa all’amianto nei suoi stabilimenti americani, ma non in Europa!” tuona Jonckheere. “Oggi questi gruppi approfittano della crisi economica per dire che il passaggio a una produzione pulita costa troppo. Ma i governi non si rendono conto che i costi per curare nei prossimi anni i malati di tumore o di meotelioma saranno nettamente superiori!”.

Quella dell’amianto è una vicenda che dura ormai da troppo tempo. Il primo divieto europeo risale al 1999, quando una direttiva Ue vietò la produzione e l’introduzione sul mercato comunitario delle fibre serial-killer a partire dal 1 gennaio 2005. L’unica eccezione fu quella concessa ai diaframmi utilizzati per la fabbricazione del cloro. Questa deroga, limitata a tre anni (fino al 1 gennaio 2008), doveva essere transitoria, il tempo necessario per i gruppi industriali chiamati in causa di trovare alternative ‘pulite’ al processo di produzione. Da allora, la maggior parte delle multinazionali hanno trovato una soluzione, salvo tre: Dow Chemical (Stati Uniti), Solvay (Belgio) e Zachem (Polonia).
Oggi le prospettive sono torbide. Per Vogel, “gli Stati membri si sono dimostrati troppo compiacenti con il mondo dell’industria. A parte la Francia, appoggiata dal Belgio e dai Paesi Bassi, gli altri, a cominciare da Germania, Regno Unito e Polonia, non hanno fatto nulla per opporsi alla deroga, anzi”. E l’Italia? “Nelle riunioni di dicembre scorso gli esperti italiani mandati dal vostro ministero della Sanità mi sembravano molto incerti, anche perché non erano molto preparati. Da allora, le cose sono cambiate e l’Italia ha sostenuto la Francia”. Ma i conti rischiano comunque di essere salati. Oltre alla deroga sulla produzione e importazione, c’è in ballo la possibilità di introdurre sul mercato europeo materiali contenenti amianto e in uso prima del 1 gennaio 2005. “In questo caso” sottolinea Vogel,la Commissione lascia a ogni Stato membro la libertà di concedere o meno delle deroghe”. Problema: “se la Polonia accetta l’importazione di materiale dalla Russia o dal Canada, ovvero dai due più grandi ‘produttori’ di amianto al mondo, c’è il rischio che questo materiale finisca sul mercato europeo, ivi incluso l’Italia”, spiega Vogel. Il che significa altre vittime supplementari tra i prossimi 20 o 40 anni.

Dal dopoguerra al 1992, anno in cui l’Italia ha deciso di vietare l’amianto, circa 3,7 milioni di tonnellate sono entrate nella composizione di oltre 3.000 prodotti diffusi nel nostro paese. L’effetto è quello di una bomba ad orologeria. Secondo gli pneumologi italiani, ogni anno, nel nostro Paese, 3.000 persone sono uccise da asbestosi (malattia polmonare cronica conseguente all’inalazione di fibre di amianto o asbesto): 1.000 per mesotelioma, 1.500 per tumore pulmonare, gli altri per tumori rintracciati in altri parti del corpo. Nonostante questi dati, il lavoro da fare sulla via delle restrizioni all’utilizzo dell’amianto sembra ancora in una pericolosa fase di stallo.

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